Numero 5 - Sett - Ott 2016
Chiarimenti (definitivi?) della Cassazione sull’indennità aggiuntiva
Non può certamente dubitarsi dell’effetto a lunga scadenza che talune posizioni del c.d. «diritto vivente» giurisprudenziale finiscono per assumere, con soddisfazione (per taluni versi, solo intellettuale) degli operatori e degli interpreti della questione coinvolta.
È questo il caso della sentenza in commento che opera – ci si augura in via definitiva – una «rimeditazione», per dirla con le parole della Suprema Corte, dell’orientamento della Cassazione circa la natura dell’indennità aggiuntiva spettante al coltivatore diretto e le modalità di corresponsione della stessa, chiarendo un problema annoso e dalle frastagliate implicazioni, anche ideologiche, nonché variamente risolto nel tempo, specie a far data dalla pronuncia della Corte costituzionale n. 1022/88.
Conviene, pertanto, ripercorrere i termini del problema procedendo ad una sintetica ricostruzione delle diverse posizioni dottrinali e giurisprudenziali assunte sul tema.
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