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ISSN 2421 – 4132 ONLINE

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  • Numero 3 - Mag - Giu 2017

    L’affitto intercalare comporta la perdita delle agevolazioni in materia di p.p.c.

    La tecnica agronomica insegna che vi sono tipologie di colture caratterizzate dalla loro brevità, provvisorietà e di inserirsi fra altre coltivazioni. Trattasi delle coltivazioni stagionali e di quelle cosiddette «intercalari». Le prime hanno una durata che non può eccedere di molto quella naturale delle stagioni (solitamente un trimestre) mentre le seconde si collocano all’interno di una coltivazione principale per sfruttarne gli intervalli.

    Queste ultime, che possono essere a ciclo estivo o invernale, prediligono solitamente piante a rapida crescita il cui raccolto non è destinato alla vendita, ma è utilizzato per usi interni come foraggio o sovescio, cioè come fertilizzante dello stesso terreno, contribuendo così ad integrare e arricchire l’humus del fondo.

    La tipicità di queste coltivazioni (stagionale e intercalare), costituita dall’avere entrambe una breve durata di tempo e dall’interporsi fra altre coltivazioni principali, pone particolari problemi, sia dal punto di vista contrattuale che fiscale, conseguenti all’affitto dei terreni; problemi connessi all’interpretazione norme che le disciplinano.

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    Luigi Cenicola