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  • Numero 3 - Mag-Giu 2024

    I beni su cui gravano usi civici quali iura in re propria non sono espropriabili

    1. La sentenza della Suprema Corte 29 marzo 2024, n. 8573 che annoto contiene due princìpi di diritto, a dir così, processuale e un principio di diritto a carattere sostanziale. I primi due non interessano qui; cosicché mi limito a riportare quanto la Suprema Corte ha affermato, e cioè: «Il procedimento di reclamo avverso le decisioni del Commissario agli usi civici va inquadrato nel sistema generale delle impugnazioni, sicché il termine breve di cui all’art. 325 c.p.c. decorre unicamente dalla notificazione della sentenza ad opera delle parti» e «I poteri officiosi del Commissario agli usi civici, nel processo civile, non possono incidere sull’oggetto e sul contenuto delle domande, che restano una prerogativa delle parti, ai sensi dell’art. 112 c.p.c.».

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    Alberto Germanò