Numero 1 – Gen-Feb 2021
Caccia: il colpo di grazia fra pietà e diritto
Con la sentenza che si annota, la Cassazione ha sancito la responsabilità per maltrattamento di animali del cacciatore che ferisce la preda e se la porta via moribonda, invece di darle il colpo di grazia.
Nel caso di specie i giudici di merito, prima, e quelli di legittimità, poi, hanno condiviso la qualificazione giuridica attribuita ai fatti dalla pubblica accusa, che ha contestato, accanto alla violazione della l. 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), per avere esercitato l’attività venatoria in periodo non consentito, anche la fattispecie di cui all’art. 544 ter c.p. per avere, per crudeltà e senza necessità, cagionato una lesione a un capriolo, ferito da un colpo di arma da fuoco, ovvero per averlo sottoposto a sevizie insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, rinchiudendolo all’interno del cassone di un veicolo, con l’aggravante della morte dell’animale.
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