Numero 5 - Sett - Ott 2019
Emergenza Xylella: le c.d. misure di contenimento per la salvaguardia degli ulivi secolari in agro pugliese
Il delicato tema afferente al novero delle misure di emergenza tese alla prevenzione, al controllo e all’eradicazione del noto fenomeno della Xylella fastidiosa, causato dalla «sottospecie di genotipo Pauca ST53», sta assumendo delle dimensioni di portata sempre più ampia tali da provocare delle dirette conseguenze, sia dal punto di vista economico-sociale che ambientale, sul tessuto nazionale ed europeo.
In vero, è proprio il patogeno batterico trasmesso attraverso il «Philenus spumarius», c.d. «Sputacchina» (ossia l’insetto vettore che si nutre della linfa xilematica, acquisendo le cellule batteriche dalle piante infette e inoculandole in quelle sane), all’origine del c.d. «Complesso del disseccamento rapido dell’olivo» (Co.Di.R.O.), che ancora una volta catalizza l’attenzione degli organi giudicanti, come si evince dalla sentenza in commento emessa dal Tribunale amministrativo della Regione Puglia, Sez. II, lo scorso 20 maggio 2019. Difatti, per gli esperti del settore, è pacifico che il processo esaminato, si manifesta nelle vesti di una gravissima fitopatologia, responsabile della morte per disseccamento di numerosi ulivi secolari e monumentali, in specie, nel territorio Pugliese e soprattutto Salentino, ove come da taluni sostenuto, sembra che il metodo dell’eradicazione «stia annientando l’anima anche del patrimonio storico-culturale».
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