Numero 1 - Gen-Feb 2020
La rilevanza della qualifica di coltivatore diretto e della nuda proprietà ai fini della prelazione agraria
1. Il fatto. Il caso in commento ha ad oggetto l’esercizio del diritto di retratto da parte del ricorrente, che, lamentando di essere stato ingiustamente pretermesso, chiede di essere sostituito nel contratto di vendita della nuda proprietà di un complesso immobiliare stipulato tra il padre – originario proprietario – e la sorella – odierna acquirente. Rigettata in primo e secondo grado la domanda, il retraente insiste, dinnanzi alla Suprema Corte, denunciando i vizi della sentenza di appello, quest’ultima avrebbe erroneamente ritenuto inadempiuto l’onere della prova relativamente al possesso della qualifica di coltivatore diretto, all’esistenza di un valido contratto di affitto e alla mancata vendita nel biennio precedente di altri fondi; requisiti posti alla base della pretesa portata in giudizio.
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